Su Leonardo da Vinci sappiamo tanto e poco allo stesso tempo. I punti fondamentali della sua biografia ci sono noti, così come conosciamo e siamo consapevoli della portata rivoluzionaria delle sue idee sia nelle arti figurative sia nella storia del pensiero e della scienza. Molto meno sappiamo delle sue opere. Gran parte degli scritti di Leonardo è infatti scomparsa e quanto rimane è costituito da annotazioni non sistematiche, spesso riunite senza nesso logico (anche se lo stesso Leonardo si era ripromesso di dare una disposizione più ordinata alle sue teorie). Per cui i reali motivi di alcune sue scelte possono essere solo ipotizzate dagli storici. Ecco spiegato il mistero dietro a opere come L’Ultima Cena, la Vergine delle Rocce, per non parlare della Gioconda, che tanto hanno scatenato la fantasia di romanzieri, registi e autori televisivi.
Ma facciamo un passo indietro. Leonardo da Vinci (1452-1519) è stato uno dei più grandi geni del Rinascimento italiano. Artista, inventore, scienziato, ingegnere e filosofo, ha incarnato alla perfezione lo spirito di un periodo, il Rinascimento, che ebbe come obbiettivo primario il recupero e la rivalutazione della classicità antica come modello della naturalità dell’uomo e dei suoi valori terreni, mettendo in discussione e superando la visione religiosa che aveva influenzato la cultura di tutto il precedente periodo medioevale. Oltre che in campo artistico, Leonardo si misurò in quello scientifico, ideando molti dispositivi che anticiperanno l’era moderna, come il paracadute, il sottomarino, il carro armato, l’elicottero e il ponte sospeso. Senza dimenticare i suoi studi di biologia, anatomia e ottica.
Quello che sapevamo finora è che Leonardo nacque il 15 aprile 1452 da una relazione illegittima tra il notaio fiorentino ser Piero da Vinci e una donna identificata in seguito dagli storici come Caterina di Meo Lippi (oppure come Caterina Buti del Vacca). Su di lei però non si sapeva molto altro, finché il filologo e storico del Rinascimento Carlo Vecce non ha fatto una scoperta sensazionale. Vecce ha scovato nell’Archivio di Stato di Firenze un documento datato 2 novembre 1452 (quindi sei mesi dopo la nascita di Leonardo), grazie al quale ha potuto ricostruire la biografia della madre del genio fiorentino.
Il risultato è il romanzo Il sorriso di Caterina, pubblicato da Giunti, che tanto sta facendo parlare il mondo. Tra le sue pagine si evince che la madre di Leonardo si chiamava effettivamente Caterina, ma non era una donna fiorentina di umili origini come si era sempre pensato. Caterina era invece una principessa dei Circassi, figlia del principe Yakob, che governò uno dei regni sugli altopiani delle montagne settentrionali del Caucaso. Dopo essere stata rapita, probabilmente dai tartari, Caterina fu fatta schiava e rivenduta ai veneziani. Giunta a Firenze nel 1442 intorno ai 15 anni, fu acquistata da un certo Donato di Filippo di Salvestro Nati, che la regalò alla moglie Ginevra d’Antonio Redditi. In seguito, Caterina fu “prestata” a Piero da Vinci, con il quale concepì Leonardo. Sei mesi dopo la nascita del bambino (come si evince dal documento ritrovato da Vecce), messer Piero la liberò dal vincolo di servitù. In seguito, Caterina si sposò con un certo Antonio di Pietro Buti del Vacca, soprannominato Attaccabriga, con il quale ebbe altri figli. Morì a Milano nel 1493, tra le braccia dell'amato Leonardo, e fu sepolta in San Francesco Grande, chiesa abbattuta nell’Ottocento dove un tempo era collocata la prima versione della La Vergine delle Rocce. Vecce ipotizza che il legame tra madre e figlio sia stato così forte da spingere Leonardo a disseminare nei suoi quadri una serie di indizi relativi a Caterina. Nell’Annunciazione degli Uffizi, originariamente destinata al monastero di San Bartolomeo di Montelievito, la chiesa a cui proprio l’ex padrone di Caterina aveva lasciato tutti i suoi beni, il paesaggio richiama quello del Caucaso, patria della madre. Mentre il misterioso sorriso della Gioconda – come quello di tutte le figure femminili dei quadri di Leonardo – non è altro che il sorriso di Caterina.