Da giovedì 23 novembre è al cinema Napoleon, il nuovo film di Ridley Scott che racconta l’epica ascesa e la caduta dell’imperatore francese Napoleone Bonaparte (1769-1821), interpretato dal Premio Oscar Joaquin Phoenix. In 158 minuti (ma presto su Apple+ sarà distribuita una versione director’s cut della durata di oltre quattro ore), il film ripercorre l’inarrestabile scalata al potere di Bonaparte attraverso la burrascosa relazione con il suo unico vero amore, Giuseppina di Beauharnais (1763-1814, interpretata da Vanessa Kirby), mostrando le visionarie strategie politiche e militari del grande condottiero in alcune delle scene di battaglia più realistiche e spettacolari mai realizzate.
Fin dalla sua morte sono stati tantissimi i libri pubblicati che hanno visto il celebre generale francese nel ruolo di protagonista, sia in maniera diretta sia come presenza sullo sfondo e motore degli eventi, senza contare gli innumerevoli studi storiografici a lui dedicati. Vediamone insieme alcuni, non prima di aver brevemente e per sommi capi ripercorso le tappe principali della sua vita.
Figura complessa e oggetto di dibattito e analisi per molti anni, considerato sia un genio militare sia un despota, l’impatto di Napoleone sulla storia europea è innegabile, avendo influenzato sia la politica sia la legislazione in modo duraturo.
Napoleone Bonaparte nacque il 15 agosto 1769 ad Ajaccio, in Corsica. Da giovane, dimostrò un notevole talento militare e rapidamente scalò i ranghi dell’esercito francese durante la Rivoluzione Francese. Resosi celebre grazie alle vittorie ottenute nel corso della prima campagna d’Italia (1796-97), nel 1799, approfittando del caos politico, Napoleone salì al potere attraverso un colpo di stato, noto come il colpo di Stato del 18 brumaio, e assunse la carica di Primo Console. Il 2 dicembre 1804 si autoproclamò imperatore dei francesi con il nome di Napoleone I, instaurando il Primo Impero Francese.
La sua abilità strategica e tattica lo portò a una serie di vittorie militari impressionanti, come ad Austerlitz nel 1805, dove sconfisse l’Impero Russo e l’Austria, e a Jena nel 1806, dove la Grande Armata francese piegò l’esercito prussiano. La sua fama aveva però già raggiunto l’apice con la campagna d’Egitto del 1798: nonostante il fallimento finale, il prestigio internazionale di Napoleone ne uscì accresciuto.
Per circa un decennio, grazie al controllo indiretto di numerosi regni (i fratelli Giuseppe in Spagna, Girolamo in Vestfalia e Luigi nel Regno d’Olanda; i fedelissimi generali Gioacchino Murat nel Regno di Napoli e Jean-Baptiste Jules Bernadotte nel Regno di Svezia), Napoleone governò ed influenzò gran parte dell’Europa.
La sua ambizione, però, lo portò ben presto a intraprendere campagne militari contro diverse nazioni europee, scatenando le cosiddette Guerre Napoleoniche. La disastrosa Campagna di Russia nel 1812 e la sconfitta nella Battaglia di Lipsia nell’ottobre del 1813 segnarono l’inizio del suo declino. Il 4 aprile 1814 fu costretto ad abdicare e fu esiliato sull’isola d’Elba. Meno di un anno dopo, Napoleone riuscì a fuggire e tornò in Francia per il periodo noto come i Cento Giorni. La sua ultima battaglia, la Battaglia di Waterloo del 18 giugno 1815, si concluse con la sua sconfitta definitiva. Esiliato sull’isola di Sant’Elena, morì il 5 maggio 1821. Aveva 51 anni.
Vista l’influenza che Napoleone ha esercitato, è naturale che i più grandi romanzieri abbiano voluto quantomeno includerlo nelle loro narrazioni. Ne è un esempio Guerra e pace di Lev Tolstoj: sebbene non sia completamente incentrato su Napoleone, il romanzo include dettagliate descrizioni delle sue campagne militari, in particolare l’invasione della Russia. Fu molto influenzato dalla figura di Napoleone anche Alexandre Dumas padre: nel 1839 il futuro autore de I tre moschettieri dedicò al fu imperatore francese il romanzo Napoleone, mentre nel 1844 scrisse Il conte di Montecristo, dove il Bonaparte è sia una figura che svolge un ruolo cruciale nella trama sia un simbolo di giustizia per il protagonista Edmond Dantès.
Napoleone ha esercitato una certa influenza anche sulla letteratura italiana. Non è un personaggio attivo ne Le ultime lettere di Jacopo Ortis di Ugo Foscolo, ma l’opera è profondamente influenzata dal contesto storico dell’epoca napoleonica (è ambientato durante la campagna d’Italia del 1797) e dalle sue conseguenze sulla società italiana. Lo stesso dicasi per Le confessioni di un italiano di Ippolito Nievo, dove la presenza storica di Napoleone e l’effetto delle sue azioni influenzano il mondo circostante e le vite dei personaggi. Non possiamo non concludere questa breve carrellata non citando Il cinque maggio di Alessandro Manzoni, ode scritta nel 1821 in occasione della morte di Napoleone esule a Sant’Elena.
Le imprese – e le sconfitte – di Napoleone affascinarono talmente tanto gli scrittori negli anni che seguirono la sua morte, che molti si impegnarono nel tentativo di ricostruirle, mischiando storiografia e narrativa. Walter Scott nella sua monumentale Vita di Napoleone Buonaparte dedicò centinaia di pagina alla battaglia di Waterloo, così come Victor Hugo, che raccontò quella stessa giornata ne I miserabili attraverso gli occhi di un suo personaggio, il malvagio locandiere Monsieur Thénardier. Prima di averlo citato ne La certosa di Parma, che narra la storia di un nobile italiano durante l’Età napoleonica e il successivo periodo della Restaurazione, Stendhal – che aveva vissuto in diretta le sue imprese – aveva dedicato una biografia a Napoleone: ci aveva lavorato a più riprese a Milano fra il 1817 e il 1818, ma l’aveva lasciata incompiuta, fermando agli accadimenti al 1815 (Vita di Napoleone).
È inutile dire quando la saggistica su Napoleone sia sterminata; pertanto, ci limiteremo qui a ricordare i testi fondamentali. Partiamo con La battaglia. Storia di Waterloo di Alessandro Barbero, una ricostruzione piena di fascino che per la prima volta analizza la battaglia in una prospettiva europea, dando voce a tutti coloro che vi presero parte, di qualsiasi nazionalità essi fossero. Di fondamentale importanza anche Austerlitz 1805. Il destino degli imperi di Ian Castle, resoconto dettagliato di quella che è ritenuta la campagna militare più importante di Napoleone. Lo storico britannico David G. Chandler ha dedicato due importanti saggi sul Napoleone generale, il primo è Le campagne di Napoleone, mentre il secondo è Waterloo. I cento giorni della più grande battaglia moderna, una ricostruzione della battaglia dal punto di vista strategico e militare. Molti sono i libri che Sergio Valzania ha dedicato a Napoleone: ricordiamo Austerlitz. La più grande vittoria di Napoleone e l’esaustiva biografia Napoleone, testo rivisto di un programma radiofonico realizzato dall’autore come modello per la fortunata trasmissione di Rai Radio 2 Alle 8 della sera. Di fondamentale importanza anche Marcia fatale. 1812. Napoleone in Russia, saggio dove Adam Zamoyski racconta la disfatta di Napoleone nella campagna di Russia sia grazie alla voce dei grandi protagonisti della Storia sia anche a quella degli “ultimi”, ovvero quei francesi e russi, polacchi e italiani, tedeschi e portoghesi impegnati a tornare vivi dal campo di battaglia.
Concludiamo questa nostra breve panoramica citando La caduta di Napoleone, del grande scrittore Stefan Zweig. Originariamente incluso nella raccolta Momenti fatali. Quattordici miniature storiche, questo breve saggio rivela che, nel giorno della battaglia di Waterloo il generale Grouchy, uomo fidato di Napoleone, anziché accorrere in suo aiuto facendosi guidare dal rumore dei cannoni, fin troppo diligentemente eseguì l’ultimo ordine ricevuto dal suo comandante. E così, mentre Grouchy rimase impegnato in un’azione militare che si rivelerà perfettamente inutile, Napoleone andò incontro alla propria definitiva sconfitta. Questo per ricordarci come – spesso e volentieri – la differenza tra caduta e trionfo si condensa in un istante.